Africa, necessario valorizzare le risorse del territorio contro la crisi

Sembra essere ormai piuttosto chiaro a tutti che in questa crisi globale l’Africa andrà incontro alla prima recessione dell’epoca contemporanea.
Come confermato dalla Banca mondiale nel suo report “Africa’s Pulse”, si prevede una decrescita compresa all’interno di una forbice tra il -2,1 e il -5,1%.

Oltremare, magazine dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), apre così uno dei suoi recenti servizi: “I numeri confermano quello che è già facile immaginare. Possono bastarci gli ultimi dati della Banca mondiale, che prevedono per il continente africano la prima recessione degli ultimi 25 anni.

“La pandemia di covid-19 sta testando i limiti delle società e delle economie di tutto il mondo e i Paesi africani rischiano di essere colpiti in maniera particolarmente dura”, ha affermato Hafez Ghanem, vicepresidente della Banca mondiale per l’Africa, commentando il documento.

Il coronavirus può anche causare una serie di danni a catena. Per esempio potrebbe mettere in moto una crisi della sicurezza alimentare in Africa, con la produzione agricola che potrebbe contrarsi tra il 2,6% fino al 7%. Anche le importazioni di derrate alimentare diminuiranno drasticamente, si pensa fino al 25%.

Non c’è solo la Banca Mondiale però che si è espressa a riguardo. Alcuni intellettuali africani hanno rivolto una lettera aperta a tutti i capi di Stato del continente africano. Il primo firmatario di questa lettera è il premio Nobel Wole Soyinka, a cui seguono 99 altri accademici.

Così recita la lettera: “La sfida con cui siamo chiamati a misurarci non è altro che il ripristino della libertà intellettuale e della creatività del continente: in assenza di queste, qualsiasi discorso sulla sovranità si rivela inconcepibile. La sfida è rompere con l’outsourcing delle nostre prerogative sovrane, riconnetterci con configurazioni locali, abbandonare l’imitazione sterile, adattare la scienza, la tecnologia e la ricerca al nostro contesto, ridisegnando le istituzioni sulla base delle nostre specificità e delle nostre risorse, adottando un quadro di governance inclusivo e uno sviluppo endogeno, per creare valore qui, al fine di ridurre la nostra dipendenza sistemica”.

Nella stessa lettera gli intellettuali proseguono ricordando come l’Africa abbia risorse materiali e umane sufficienti per costruire una prosperità condivisa su base egualitaria e nel rispetto della dignità di ognuno: “La mancanza di volontà politica e le pratiche estrattive di attori esterni non possono più essere usate come scuse per l’inazione. Non abbiamo più scelta: abbiamo bisogno di un radicale cambio di direzione. Ora è il momento!”.

Concludendo, quello della crisi e del potenziale africano è una tematica importante su cui si stanno soffermando molti pensatori, politici ed istituzioni. La pandemia da coronavirus ha aperto un vero e proprio vaso di Pandora, portando alla luce le carenze che il modello di sviluppo dell’Africa ha e che invece si dovrebbe colmare.

 

Source: infoafrica.it