Italia 2.0, il nemico è lo spread digitale

VuBlog propone una rassegna stampa dedicata al tema dello spread digitale in Italia. Il paese è lontano dall’eccellenza nelle classifiche mondiali; la banda larga ha bisogno di investimenti, pubblici e privati, per crescere e tenere il passo con le economie più avanzate.

L’Italia dello spread digitale

Massimo Sideri approfondisce per Corriere.it il tema dello spread digitale che separa l’Italia dalle economie più avanzate. Un distacco cresciuto nel tempo, per pochi investimenti e scarsa lungimiranza. Il paese rischia di rimanere indietro proprio mentre il Mediterraneo diventa luogo strategico per le telecomunicazioni mondiali.

Arranca l’agenda digitale

Varata nel 2012, l’Agenda Digitale si proponeva come un piano ambizioso per rilanciare la digitalizzazione in Italia. Agendadigitale.eu fa il punto della situazione e rileva molti ritardi e criticità. Ma una svolta positiva è possibile.

Banda larga nel caos?

Alessandro Longo, direttore di Agendadigitale.eu, firma su Wired un articolo critico sulla situazione della banda larga in Italia. Il problema, afferma, non è nel ritardo accumulato, che sta diminuendo, ma nell’assenza di una “visione d’insieme” che guidi le politiche di sviluppo del settore.

Segnali positivi per lo sviluppo della banda larga

Un articolo de “Il Sole 24 Ore” mette in evidenza luci ed ombre del profilo dell’Italia tracciato I-Com. L’Istituto per la Competitività piazza il paese al 25° posto tra le nazioni europee per sviluppo della banda larga. Di buono c’è la velocità di crescita: l’Italia è tra i paesi “fast movers”, quelli che mostrano maggior reattività.

Le iniziative del governo italiano: pregi e difetti

Il quotidiano digitale dedica due articoli alle iniziative pubbliche in  tema di lotta allo spread digitale. Il Governo ha scelto di stanziare 2,2 miliardi di euro per lo sviluppo della banda larga ma il piano d’azione non convince in pieno gli esperti.