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TLC & ICT, gli eventi di settembre

Settembre ricco di impegni per gli operatori dei  settori TLC e ICT. VuBlog propone la sua consueta selezione degli eventi più importanti del mese. Si parte con il Huawei Connect 2016 di Shanghai, chiudendo invece con il “5g Asia” di Singapore. In mezzo spazio al Capacity Eurasia di Atene e il NigeriaCom di Lagos. 

Huawei Connect 2016

Il gigante cinese della telefonia è ormai un attore affermato sulla scena internazionale delle telecomunicazioni. Dal 31 agosto al 2 settembre celebrerà presso l’Expo Centre di Shanghai (Cina) il Huawei Connect 2016, conferenza integrata dedicata all’ecosistema ICT. L’evento ospiterà oltre 80 realtà operanti nel settore, per un totale di più di 1000 tavole rotonde e laboratori.

Capacity Eurasia

Sarà Atene ad ospitare, il 20 e 21 settembre, la sesta edizione di Capacity Eurasia, evento del circuito delle Capacity Conferences. L’appuntamento è l’unico a livello mondiale che si focalizza su un mercato geograficamente trasversale, mettendo in connessione Europa e Asia, passando per il Medio Oriente. Saranno più di 350 i manager presenti, in rappresentanza di oltre 140 compagnie. Un approfondimento particolare, quest’anno, sarà dedicato all’Iran.

Nigeria Com

La Nigeria è uno dei paesi africani che più sta facendo passi in avanti sul fronte della digitalizzazione. Un’attenzione dimostrata anche dalla scelta di organizzare uno dei più importanti eventi africani dedicati a questo mondo: Nigeria Com, in programma al Lagos il 20 e 21 settembre. Al centro della discussione ci sarà il tema della diffusione della banda larga e le connessioni tra sviluppo delle connessioni e implementazione dei diritti umani.

5g Asia

Dal 26 al 28 settembre, a Singapore, andrà  in scena 5g Asia, conferenza internazionale dedicata alla rete 5g. Sarà l’occasione per fare il punto su come gli operatori globali, siano essi pubblici o privati, si stiano muovendo per farsi trovare pronti dall’avvento delle reti di nuova generazione.

FLAG, dal Giappone al Regno Unito passando per l’Italia

Il FLAG, acronimo di Fiber-Optic Link Around the Globe, è uno dei cavi sottomarini più importanti a livello internazionale. Con i suoi 28.000 km di lunghezza viaggia dal Giappone fino al Regno Unito, attraversando Asia, Africa e Mediterraneo e toccando ben 14 paesi.

FLAG : 28mila km che avvicinano Asia ed Europa

A dare la dimensione dell’importanza e della grandezza di FLAG sono i suoi numeri. Il cavo si snoda lungo un tragitto di 28mila km, di cui 27mila sottomarini e circa mille terrestri (in Egitto ed in Thailandia). Nel suo viaggio attraversa l’Oceano Indiano, il Canale di Suez, il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico; costeggia tutto il sud-est asiatico, la costa nord-orientale dell’Africa e quella nord-occidentale dell’Europa. In questa lunga traversata, con i suoi 17 landing point, tocca 14 diversi paesi e tre continenti. E’ capace di trasportare, da una parte all’altra del globo, oltre 120mila canali voce ed  ha una velocità di 10 Gbit/s. Realizzato da Global Cloud Xchange, ed  entrato in funzione nel 1997, rappresenta ancora oggi uno snodo strategico nel network internazionale.

Il Mediterraneo al centro

Il passaggio del FLAG attraverso il Mediterraneo è uno degli elementi che rende questa area centrale per le telecomunicazioni di tutto il mondo. Una volta varcato il canale di Suez, il cavo fa rotta verso l’Italia, fermandosi a Palermo (Carini), e poi verso la Spagna, con sosta a Estepona. Due soli i landing point che però gli consentono di tagliare in orizzontale tutto il bacino. Inoltre, a Palermo, uno dei principali hub italiani, si incontra con un altro importante cavo: il SeaMeWe4, che unisce Marsiglia e Singapore. Il Mediterrano, quindi, si conferma snodo cruciale delle rotte nord-sud e di quelle est-ovest. Per questo, molte compagnie internazionali guardano con attenzione a quest’area e stanno investendo per posizionare qui i loro avamposti infrastrutturali.

Cavo EIG, dall’Europa all’India passando per l’Africa

E’ uno dei cavi principali tra quelli che uniscono il vecchio continente e l’Europa. Il suo tragitto ripercorre una delle rotte di collegamento più antiche ma guarda al futuro, preparandosi a far fronte ad una crescita del traffico dati tra i due continenti del 38% l’anno.

La dorsale euro-asiatica

15.000 chilometri di lunghezza, 12 punti di approdo distribuiti in 11 diversi paesi, 3 continenti toccati, 700 milioni di dollari spesi per realizzarlo, 3,84 terabits al secondo di portata. Questi sono i numeri di EIG, sigla che identifica lo “Europe – India Gateaway”, uno dei cavi più importanti tra quelli che costituiscono il network sottomarino su cui viaggia la quasi totalità del traffico internet del mondo. La linea ripercorre il tragitto di una delle storiche linee di collegamento tra il vecchio continente e l’oriente, nata addirittura oltre 130 anni fa.

EIG inizia il suo viaggio a Bude, nel Regno Unito, ed approda a Mombai, in India; nel mezzo fa tappa in alcuni degli snodi più significativi d’Europa, come Marsiglia (Francia), e dell’Africa del Nord, come Tripoli (Libia), Alessandria e Zafarana (Egitto).

Lo sguardo rivolto al futuro

La realizzazione di EIG fu affidata ad Alcatel Lucent e TE Subcom ed oggi il cavo è gestito da un consorzio che riunisce 18 aziende operanti nel settore delle telecomunicazioni. L’infrastruttura è stata ultimata a metà del 2010 ed è entrata ufficialmente in attività pochi mesi dopo, nel febbraio 2011, diventando il cavo con più ampia portata di banda tra quelli che uniscono Europa e Asia. La sua messa in opera ha consentito di diversificare le “rotte” di collegamento tra i due continenti, aumentandone sicurezza e affidabilità. Inoltre, nel corso del tempo, è stato ulteriormente implementato per far fronte alla prevista crescita dei volumi di  traffico, che si stima aumenteranno al ritmo del 38% l’anno. Caratteristiche e percorso, quindi, assegnano allo “Europe – India Gateaway” un ruolo centrale nella rete internazionale, tanto che, nel 2013, una sua rottura (probabilmente a causa di un sabotaggio che interessò anche altri due cavi) portò ad un forte rallentamento delle connessioni in Europa ed Asia.

La scommessa AAE-1, il network sottomarino che collegherà Asia, Africa ed Europa

25 mila chilometri di cavi sottomarini che collegheranno il sud-est asiatico, l’Africa del nord e l’Europa, per aprire una nuova era nel mercato della banda larga. Il progetto, ambizioso ma realistico, si chiama AAE-1 e sarà al centro di un panel in programma per martedi 12 maggio all’International Telecoms Week.

La nuova rete, la cui entrata in funzione è prevista per il 2016, collegherà, per la prima volta, i più importanti paesi dell’Asia del sud con l’Africa e l’Europa, passando per il Medio-Oriente. Nello specifico, secondo quanto reso noto dal sito www.submarinenetworks.com, le nazioni interessate sono: Hong Kong, Vietnam, Cambogia, Malesia, Singapore, Thailandia, India, Pakistan, Oman, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Yemen, Gibuti, Arabia Saudita, Egitto, Grecia, Italia and Francia.

La prima versione del progetto AAE1, rilasciata all'inizio del 2013

La prima versione del progetto AAE1, rilasciata all’inizio del 2013

La seconda versione del progetto AAE1, rilasciata nel giugno 2013

La seconda versione del progetto AAE1, rilasciata nel giugno 2013

L'attuale e definitiva versione del progetto AAE1

L’attuale e definitiva versione del progetto AAE1

Il progetto AAE-1 va ad arricchire il già fitto network internazionale di cavi sottomarini, che oggi conta oltre 260 linee attive, per oltre 800mila chilometri di lunghezza complessiva, dove transita tra il 95 ed il 99% del traffico dati mondiale. Una mappatura completa di questa rete è stata realizzata da Telegeography, società che si occupa di ricerche sul mondo delle telecomunicazioni.