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L’Africa lavora per estendere la connettività

Portare Internet nelle aree del pianete ancora sprovviste di connettività è la sfida del futuro, soprattutto per l’Africa. Riuscirci significa garantire diritti e servizi a milioni di persone, e sbloccare un mercato potenzialmente molto remunerativo. VuBlog propone una sintetica rassegna sul tema, tra analisi statistiche e notizie di nuovi progetti.

Anche in città internet fa fatica

In Africa, non sono solo le zone rurali ad avere un deficit di connettività. Lo standard ottimale è lontano anche in città. Uno studio promosso dalla Worldwide Broadband Alliance, e ripreso da The Economic Times, rivela come l’82% dei cittadini africani non abbia accesso ad internet, contro una media globale che si attesta intorno al 50%.

Satcoms per l’e-learning in Sud Africa

Garantire il diritto all’istruzione nelle aree rurali dell’Africa è spesso molto difficile. Le distanze e la mancanza di infrastrutture stradali efficienti rende impossibile a migliaia di ragazzi di raggiungere le scuole. Le nuove tecnologie possono aiutare a combattere questo gap, grazie alla diffusione di piattaforme di e-learning. Ne è un esempio il progetto di Satcoms in Sud Africa, illustrato da un articolo di Phys.org.

Espandere il mobile abbattendo i costi

Per continuare a crescere in Africa, gli operatori delle telecomunicazioni mobile hanno bisogno di raggiungere persone ad oggi sprovviste di connessione. Per farlo servono investimenti corposi. In Rwanda, però, la società Vanu ha ideato un sistema che consente di raggiungere la massima connettività abbattendo i costi. Il fondatore Vanu Bose ne parla in un’intervista rilasciata a All Africa.

Microsoft a supporto delle piccole start up

Molti giganti del settore hi-tech hanno scelto di investire somme importanti in progetti per incrementare la connettività nelle aree rurali africane. Tra questi c’è anche Microsoft che però, come spiega un articolo del Financial Express, ha scelto un approccio diverso. Non grandi somme riversate su interventi di grandi dimensioni, ma un sostegno capillare a piccole start up ed iniziative locali.

MAREA, anche Facebook e Microsoft nel business dei cavi sottomarini

Con MAREA i due colossi statunitensi dell’ICT entrano nel business dei cavi sottomarini e lo fanno con un progetto da primato messa al servizio della connettività e del cloud. 6.600 km di lughezza, 8 coppie  di fibre e 160 terabits/sec di capacità sono i numeri di un’infrastruttura destinata a svolgere un ruolo strategico.

MAREA, un cavo da primato

E’ MAREA il nome che Microsoft e Facebook hanno scelto per battezzare il progetto che segnerà il loro esordio nel business dei nuovi cavi sottomarini. Si tratta di un’infrastruttura che attraverserà orizzontalmente l’Oceano Atlantico, collegando Bilbao, in Spagna, con Virginia Beach, negli Stati Uniti, per un totale di circa 6.600 km di lunghezza. I lavori inizieranno ad agosto 2016, per terminare ad ottobre del 2017.

MAREA rappresenta un investimento importante con numeri da  primato e l’ambizione di svolgere un ruolo strategico nel network globale delle telecomunicazioni. Il primo elemento di novità è legato alla rotta scelta: sarà il primo cavo che dagli USA punterà sull’Europa del Sud, invece che verso Nord. L’altro record è legato alla portata: l’infrastruttura, dotata di 8 coppie di fibre, avrà una capacità di 160 terabits/sec, molto più potente di tutte le altre che già attraversano l’Atlantico.

Migliorare la velocità, supportare il cloud

La scelta di un investimento così forte da parte di Facebook e Microsoft va inquadrata in un quadro generale di sviluppo della rete che i due protagonisti mondiali dell’ICT perseguono da tempo. Raggiungere più persone con una connessione più veloce e affidabile significa allargare il bacino di clienti potenziali.

L’obiettivo dichiarato è quello di sostenere con infrastrutture adeguate l’esplosione del traffico dati prevista per i prossimi anni. Ad esempio, secondo il Mobility Report di Ericsson, nel 2021, il traffico dati avrà  un volume 10 volte maggiore di quello attuale. Un boom che necessita di una rete forte ed efficiente e soprattutto capace di raggiungere, in modo capillare, anche aree del mondo fino ad oggi tagliate fuori.

Alfabetizzazione digitale, l’Etiopia si affida a Microsoft

Microsoft ed il Ministero dell’Istruzione dell’Etiopia hanno siglato un accordo per l’alfabetizzazione digitale dei giovani. L’iniziativa punta a migliorare la presenza delle tecnologie ICT all’interno del sistema scolastico del paese africano, aiutando i ragazzi nell’acquisizione di competenze spendibili anche nel mondo del lavoro.

Alfabetizzazione digitale

Si chiama Education Transformation Agreement l’accordo siglato da Microsoft e dal Ministero dell’Istruzione dell’Etiopia. Un progetto a lungo termine che punta a trasformare il modo con cui le competenze legate all’ICT sono presenti all’interno del sistema educativo etiope. Il colosso informatico statunitense metterà a disposizione dotazioni tecnologiche ed il suo vasto know-how nel settore, in modo da migliorare l’alfabetizzazione digitale dei giovani.

Il progetto si inserisce all’interno di un vasto programma di responsabilità sociale con cui Microsoft ha scelto di impegnarsi in ambito formativo in vari paesi africani, come Rwanda, Kenya, Uganda, Ghana, Botswana e Namibia. Gli obiettivi dell’iniziativa sono 4:

  • promuovere l’inclusione digitale
  • stimolare creatività ed innovazione
  • sviluppare le skill strategiche del nuovo millennio
  • migliorare le competenze dei docenti

L’impatto sociale

Oltre al valore educativo in sè, l’Education Transformation Agreement, si fa portatore di una precisa scelta di “lungo periodo” che riguarda il tema della disoccupazione giovanile. Ogni anno, infatti, circa 10-12 milioni di ragazzi africani si affacciano al mondo del lavoro. Molti di loro, però, non possiedono skill tecnologiche sofficienti, e sono tagliati fuori da molte possibilità di impiego. Si stima che nel 54% dei casi le competenze degli aspiranti lavoratori non coincidono con le richieste delle aziende.

Intervenire sull’alfabetizzazione digitale, quindi, significa consegnare a milioni di africani una chiave di crescita professionale, e quindi economica.

Un aspetto sottolineato anche da Kaba Urgessa, Ministro etiope per l’Istruzione Superiore, che ha affermato: “La nostra competitività economica dipende da come scuole ed università utilizzano l’ICT per preparare gli studenti ai moderni posti di lavoro”.

YouthWorks, promuovere il lavoro in Africa e Medio Oriente

Cresce il network di YouthWorks, piattaforma digitale che promuove l’occupazione giovanile nella regione del Nord Africa e del Medio Oriente. L’iniziativa, ideata da Microsoft e Silatech, si apre oggi anche alla collaborazione di Udemy. 

Giovani e lavoro in Africa e Medio Oriente

L’occupazione giovanile rappresenta uno dei principali problemi in Africa e Medio Oriente. Il numero dei ragazzi senza lavoro è in costante crescita: erano il 28,3% del totale nel 2012, saranno oltre il 30% nel 2018. In particolare, alcuni paesi soffrono più di altri questa situazione: in Egitto il dato sfiora il 38%, in Giordania il 33%, in Sud Africa si attesta addirittura al 54% (uno dei più alti della regione). Per cercare di invertire la rotta, si moltiplicano gli interventi e le iniziative, sia pubbliche che private. Tra queste, una delle più importanti e strutturate è “YouthWorks”, progetto ideato e realizzato da Microsoft, leader internazionale dell’informatica, e Silatech, realtà sociale che si occupa di promozione del lavoro.

YouthWorks, digitale al servizio dei giovani

Il progetto YouthWorks è stato lanciato nel 2012, con l’obiettivo di creare un luogo virtuale di incontro per lavoratori ed imprese. Agli utenti offre una serie di servizi correlati con l’occupazione giovanile: percorsi di orientamento, formazione online, possibilità di tirocini. La forza di YouthWorks risiede soprattutto nella fitta ed ampia rete di contatti che è arrivato a sviluppare e alla creazione di portali specifici in alcuni paesi core, come Egitto, Tunisia, Algeria, Marocco, Libano, Palestina, Qatar, Iraq, Kenya, Botswana, Costa d’Avorio, Nigeria, Ghana, Sud Africa e Turchia. L’ultimo tassello è l’accordo siglato tra Microsoft e Udemy, piattaforma web che offre corsi online. La partnership prevede che Udemy metta a disposizione alcuni dei suoi prodotti per la fruizione da parte degli utenti di YouthWorks, andandone così ad incrementare l’offerta formativa.

Microsoft: Youth Spark finanzia l’educazione digitale

Microsoft ha annunciato lo stanziamento di 75 milioni di dollari come investimento in programmi educativi che implementino le conoscenze informatiche dei giovani. Molti sforzi verranno concentrati sull’Africa e sui paesi in via di sviluppo, come dimostra l’esperienza positiva della Gayaza High School in Uganda.

Microsoft investe nei saperi tecnologici

Durante l’ultimo Innovation Africa Summit,  meeting che riunisce esperti ed operatori del settore educativo e dell’ICT, Microsoft ha confermato il rafforzamento del progetto Youth Spark, attivo da tre anni. Si tratta di un programma di investimenti con cui l’azienda di Mountain View si impegna concretamente per migliorare l’ “educazione tecnologica” dei giovani di oltre 100 paesi nel mondo. A questo strumento il colosso informatico è pronto a destinare 75 milioni di dollari, che serviranno a finanziare partnership sia con soggetti governativi che con organizzazioni no profit. Alla base dell’iniziativa c’è la convinzione che una migliore conoscenza dell’uso del pc e delle tecnologie correlate possa aiutare le nuove generazioni ad inserirsi nel mercato del lavoro, anche in profili professionali non prettamente tecnici. L’occupazione, infatti, è un tema centrale per l’Africa, un continente che nel 2035 avrà una forza lavoro numericamente superiore a quella della Cina (oggi leader mondiale).

L’esperienza della Gayaza High School

Uno degli esempi virtuosi dei frutti che può dare l’impegno di Microsoft è l’esperienza della Gayaza High School, in Uganda. L’istituto, infatti, grazie alla collaborazione con l’azienda statunitense, si è dotato di strategie di e-learning molto avanzate. Il 90% degli insegnanti, formati attraverso appositi corsi dedicati alle sinergie tra ICT ed educazione, utilizza i laptop. Inoltre, tutti gli strumenti didattici ed i compiti per casa vengono caricati su un’apposita piattaforma cloud accessibile a tutti gli studenti. Innovazioni che hanno permesso alla Gayaza High School di accreditarsi come una delle migliori istituzioni accademiche del mondo per quanto riguarda l’integrazione delle tecnologie ICT nelle classi.

Connessioni low cost, la sfida per la “rete inclusiva”

Famiglie povere che vivono in aree rurali lontane dalle città: includere anche loro nella digitalizzazione dell’Africa è la sfida da affrontare per permettere al continente di crescere economicamente e socialmente.

L’internet mobile può sconfiggere il digital divide. La diffusione della tecnologia mobile e delle connessioni da cellulare stanno consentendo di colmare il gap digitale tra i paesi poveri o in via di sviluppo e quelli più avanzati. Secondo quanto scrive Michael Kende su “TechCrunch”, oggi il 94% della popolazione è raggiunta dal segnale mobile, ed il 48% è coperta da servizi internet mobile.

La rete mobile connette la Nigeria. E’ grazie alla tecnologia mobile se, in Nigeria, internet è accessibile anche a famiglie povere. Lo sottolinea un articolo di “IT World, a firma di Michael Malakata, che rileva come circa il 25% di tutti coloro che navigano nel web attraverso il cellulare appartenga a fasce di reddito basse. Questo grazie alla diffusione di telefonini e abbonamenti low cost e alle politiche messe in capo da alcuni governi africani, che sono riusciti a portare la connettività anche nelle zone rurali più arretrate economicamente.

smartphone

Il wireless di Microsoft per  il Kenya. Il portale “IT News Africa” riporta la notizia del progetto con cui Microsoft intende contribuire allo sviluppo dell’accesso alla rete internet in Kenya, nella zona rurale di Nanyuki. L’idea è far leva sulla tecnologia wireless per diffondere connessioni “low cost” in aree caratterizzate da arretratezza socio-economica. L’iniziativa fa parte di “4 Afrika”, il piano con cui Microsoft intende contribuire alla digitalizzazione del continente.

Sud Africa e digital divide: progressi più lenti del previsto. Non procede come sperato e come programmato la lotta del Sud Africa contro il digital divide. Promozione della banda larga a costi accessibili e diffusione della stessa anche nelle aree rurali: questi gli obiettivi del Governo sudafricano. Ma i risultati arrivano con difficoltà. L’articolo di IT Web dedicato al tema raccoglie i pareri di alcuni esperti del settore, che sottolineano come la direzione intrapresa sia quella giusta ma i passi troppo lenti.

Anche Apple punta sulla rete ultraveloce

Il  colosso di Cupertino si prepara ad un pesante investimento infrastrutturale per potenziare i suoi data center e creare un’efficiente rete ad altissima velocità. L’azienda creata da Steve Jobs segue così la scia di Google, Facebook, Amazon e Microsoft.

Apple investe nella rete ultraveloce

Il primo a darne notizia è stato il sito di Bloomberg, leader mondiale dell’informazione economica: Apple è pronta ad investire nel potenziamento  dei suoi data center e nella creazione di una rete ultraveloce di proprietà a sostegno dei suoi prodotti. Una mossa che segue la scia di altri colossi della web-economy, come Google, Microsoft, Facebook ed Amazon.

La notizia si è  diffusa rapidamente, anche se non ha trovato conferme (ne smentite) ufficiali, e segue di pochi mesi l’annuncio proveniente sempre da Cupertino, di 3,9 miliardi di dollari di investimenti per la costruzione di nuovi data center in Arizona, Irlanda e Danimarca.

Per l’azienda statunitense si tratta di una mossa strategica che ha l’obiettivo di rendere più competitivi i suoi servizi cloud e di supportare il lancio di nuovo servizio di musica in streaming.

Il piano prevede la realizzazione di collegamenti tra i quattro maggiori data center di Apple (California, Nevada, North Carolina e Oregon); a loro volta questi snodi verrebbero messi in contatto con altri hub, lungo direttrici dove maggiore è la densità della clientela. Per il network, inoltre, l’azienda starebbe studiando l’adozione di reti ultraveloci capaci di trasportare centinaia di gigabit al secondo.

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Migliorare la “customer experience”

L’obiettivo dell’ambizioso progetto è aumentare la capienza di traffico che le infrastrutture aziendali sono in grado di gestire, incrementando l’efficienza e diminuendo i costi. Ad oggi, infatti, la fruizione dei principali servizi Apple da parte dei consumatori, da iTunes a Siri, viaggia su infrastrutture di fornitori terzi. In questo modo al colosso fondato da Steve Jobs sfugge il controllo di una delle variabili più importanti che contribuisco a costruire l’ “esperienza” del cliente (e quindi a garantirne soddisfazione e  fidelizzazione): la consegna del contenuto.

La scelta di Apple, quindi, è quasi un passaggio obbligato per non perdere terreno rispetto ai competitor. D’altra parte, la  fame globale di connessione è in continua crescita e le aziende che vogliono imporsi come piattaforme leader devono tenere il passo. Si spiegano così, ad esempio, anche gli investimenti annunciati poco tempo fa da Microsoft in tema di network sottomarino. L’azienda di Mountain View investirà nella posa di tre nuovi cavi transoceanici: uno sotto il Pacifico e due sotto l’Atlantico.

Microsoft potenzia il network sottomarino

L’azienda statunitense lavora per aumentare la velocità  di connessione ed abbattere i costi. Con 3 progetti di cavi sottomarini punta ad avvicinare Asia, Europa e Nord America.

Il mondo ha fame di connessione

La crescita della “rete” continua a ritmi esponenziali. Lo sviluppo dell’Internet of things, la diffusione sempre maggiore servizi di cloud, l’aumento del numero delle persone che hanno accesso al web in tutto il mondo, si traducono in un incremento della “fame” di connessione. Un trend che chiede di essere assecondato mediante un potenziamento delle infrastrutture, che permettano di migliorare le performance della rete e, nello stesso tempo, di abbassare i costi. E’ proprio questo l’obiettivo di Microsoft, che ha messo in cantiere tre importanti progetti per la posa di cavi sottomarini transoceanici, che andranno ad accrescere la già fitta rete sottomarina su cui transita quasi la totalità del traffico internet mondiale.

NCO: l’“autostrada” sotto il Pacifico

La sfida più ambiziosa che il gigante americano intende affrontare è quella della realizzazione del New Cross Pacific (NCO): un reticolato di collegamenti capace di “rimpicciolire” l’Oceano Pacifico, avvicinando tecnologicamente il Nord America e l’Asia. La nuova rete sarà lunga ben 13mila chilometri ed unirà 7 “nodi” localizzati in 5 diversi paesi: Hillsboro negli Stati Uniti (Oregon), Chongming, Nanhui e Lingang in Cina, Busan in Corea del Sud, Toucheng a Taiwan e Maruyama in Giappone. Secondo i piani, questa “autostrada” sottomarina comincerà ad operare alla fine del 2017 ed avrà una capacità di 80 terabit al secondo. Per realizzarla Microsoft ha messo in piedi un consorzio che riunisce China Mobile, China Telecom, China Unicom, Chunghwa Telecom e Kt Corporation.

New-Cross-Pacific

New Cross Pacific

Le “rotte” verso l’Europa

Mentre guarda all’Asia, però, l’azienda di Redmond non dimentica l’Europa, ed anche per l’Oceano Atlantico, che separa l’America del Nord dal vecchio continente, ha in cantiere due iniziative per potenziare la rete sottomarina. La prima prevede un accordo con la società irlandese Hibernia e porterà alla posa di cavi Express in grado di triplicare la capacità degli attuali collegamenti (da 3,5 a 10 Tbps). La seconda, invece, progettata in tandem con Aqua Comms (altra azienda irlandese), punta a incrementare il network in fibra ottica con un nuovo sistema di cavi denominato “AeConnect”. Entrambe i collegamenti uniranno Halifax, in Canada, rispettivamente con l’Irlanda e il Regno Unito.