Project Lucy: la tecnologia IBM al servizio dell’Africa

L’orizzonte dell’Africa.

Cento milioni di dollari di investimenti in 10 anni, per supportare l’Africa nel suo percorso di crescita e di sviluppo. Sono questi i numeri principali del progetto Lucy, ideato e promosso dal colosso informatico IBM, che ha deciso di mettere al servizio del continente africano il suo primo computer cognitivo, Watson, oltre all’esperienza e alle competenze dei suoi ricercatori.

watson

Watson – il primo cognitive computer di IBM

Da un decennio a questa parte l’Africa sta conoscendo una fase socio economica caratterizzata da profondi cambiamenti. La forte crescita del PIL e l’ampia disponibilità di risorse naturali ne fanno presagire un futuro da protagonista nell’economia mondiale. Ma lo sviluppo si accompagna a sfide sociali enormi. L’aumento della popolazione, la scarsità d’acqua, la mortalità ancora molto elevata, i cambiamenti climatici e le loro conseguenze sull’agricoltura, sono tutti elementi che mettono a rischio il concretizzarsi di una crescita davvero equa ed inclusiva.

IBM è convinta che proprio la tecnologia possa aiutare l’Africa a vivere questo “new deal” nel miglior modo possibile, sfruttando al massimo il potenziale disponibile.

Lucy: la rivoluzione pensata dall’IBM.

Progetto Lucy prende simbolicamente il nome dal primate scoperto nel continete africano nel 1974, e considerato il primo ominide della storia: un gancio nel passato per proiettarsi nel futuro. Al centro dell’iniziativa c’è Watson, il primo cognitive computing system realizzato da IBM, capace di imparare dal linguagio umano, di memorizzare, elaborare e mettere in relazione grandi quantità di dati, evidenziando connessioni innovative tra gli stessi.

Secondo Kamal Bhattacharya, vicepresidente di IBM Research Africa, “con l’abilità di apprendere da modelli emergenti e scoprire nuove correlazioni, le capacità cognitive di Watson hanno un enorme potenziale per aiutare l’Africa a realizzare, nei prossimi due decenni, quello che gli attuali mercati sviluppati hanno realizzato in due secoli”.

In Africa, i ricercatori dell’azienda statunitense, insieme con i loro partner commerciali e accademici, utilizzeranno Watson e le tecnologie cognitive correlate per analizzare i big data disponibili e sviluppare soluzioni commercialmente valide per le grandi sfide del continente. Si spazierà in tutti i settori strategici e problematici: dalla sanità all’istruzione, dalla gestione delle risorse idriche ai servizi igienico-sanitari, dalla mobilità umana all’agricoltura.

Un analisi complessa che verrà messa a sistema, secondo i piani di IBM, con la realizzazione di un nuovo Centre of Excellence panafricano per il Data-Driven Development (CEED) e di tre Innovation Center, a Lagos (Nigeria), Casablanca (Marocco) e Johannesburg (Sud Africa).

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