Smart working: vantaggi, criticità e infrastrutture di connessione
Smart work, telelavoro, lavoro da remoto, lavoro flessibile. Tutti termini che stanno ad identificare un unico concetto: la possibilità di lavorare da casa propria o comunque non dalla propria postazione in ufficio.
Vista la nota situazione moltissime aziende hanno dovuto fare di necessità virtù e riorganizzare il proprio lavoro, le attività, il rapporto con dipendenti e colleghi.
Prima del Covid-19 e dell’emergenza sanitaria che ne è derivata a beneficiare dello smart working in Italia erano 570 mila lavoratori, circa il 2% dei dipendenti. Nel Regno Unito il dato si attestava al 20,2%, al 16,6% in Francia e all’8,6% in Germania.
Improvvisamente -purtroppo- la pandemia è esplosa. Nell’arco di pochissimi giorni in Italia sono stati costretti al lavoro da casa oltre 500 mila lavoratori, un dato che non cessa di crescere di giorno in giorno. Sembra inoltro che, a testimonianza di ciò, il traffico dati sulle linee fisse sia cresciuto esponenzialmente, con una media del 20% e picchi fino al 50%.
Lavoro agile: sono tutti uguali?
Facendo un po’ di chiarezza, in tempo di pace, esistono due tipi di lavoro da casa. Lo smart working e il telelavoro sono due termini che vanno a definire due modi di intendere il lavoro in maniera diversa.
Lo smart working definisce una condizione in cui il lavoratore lavora stabilmente in ufficio e sceglie i giorni in cui rimane a casa, organizzandosi con le mansioni, producendo un dato risultato.
Il telelavoro invece è una scelta che viene fatta all’origine del rapporto di lavoro: significa lavorare stabilmente da remoto, ma con le strutture necessarie (connessione, computer, altro).
La condizione che tutti i lavoratori e gli imprenditori stanno vivendo oggi non è più solamente di smart working, bensì si tratta di un telelavoro. Questo ha fatto si che si stia affrontando il più grande test di lavoro da remoto che si sia mai fatto non solo in Italia, ma nel mondo intero.
Banda larga: criticità e vantaggi
Lo smart working repentino e improvviso naturalmente ha posto come principale criticità quella delle infrastrutture. In Italia la banda larga ultraveloce raggiunge solo il 24% della popolazione, mentre la media europea si attesta al 60%.
Ad oggi circa 11 milioni di italiani residenti in aree rurali, montane o periferie restano completamente scoperti dalla banda larga.
Sul fronte opposto, i benefici sono notevoli, a patto che le infrastrutture di rete permettano adeguate connessioni. A livello ambientale il risparmio è in un minor livello di inquinamento, costo inferiore delle utenze aziendali o dei costi fissi e, in generale, si guadagna in una produttività maggiore.
In uno studio recentemente pubblicato dall’Università Bocconi è emerso come su 9 mesi di sperimentazione il gruppo di lavoratori in smart working si siano assentati di meno, il rispetto delle scadenze è aumentato del 4,5% e l’efficienza del 5%.
Source: corriere.it